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diapason

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ho amato la casa sul ciglio della scogliera. Scavo della grande onda al largo di Kanagawa(*).

Il vento fissava il La quattrocentoquaranta.

Doppiavo il cielo, veloce e basso come fiato. Il calco dei piedi dato alla risacca.

 

Sembrano corvi appesi ai relitti, rami bruni silenziosi.

Sono tutti corvi, gli uccelli?

Risuonano. I fondali di stelle e mostri marini. La superficie che sfonda. E coglie sonni.

Apre l’atlante degli echinodermi

 

-  Baciami.  

 Indossi un profumo che avevo sentito sull'isola del falco e della maggiorana.

-  Sono stata a guardarti. Sul ciglio della scogliera che sgrana. Un poco alla volta non sfugge agli slanci boriosi del mare.

 

-  Oceano che non nominasti.

 

 

(*) Hokusai

 Fausto Torre - 06/01/2014 19:24:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

Emilio, mantengo ferma la mia ricerca. Non dubitare.
Il confronto però è essenziale. O rischierei di vivere sulla luna.
Grazie

 Fausto Torre - 06/01/2014 19:21:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

grazie Nando, Adielle, ancora a tutti. Aggiungo: non credo ci sia di che scusarsi. La pagina è consegnata agli utenti del sito. Credo si possa farne libero uso.

Quanto ai figli di un dio minore, suddai... ancora arranchiamo alla scoperta di quello maggiore, e ne vogliamo un altro?
no no. Basta uno

 Adielle - 06/01/2014 17:55:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Come potrebbe offendermi Ferdinando, l’ho già detto in un recente passato e lo ripeto volentieri qua, per me sei un grande.
Ciao un abbraccio fraterno e ancora cari saluti a tutti.

 Nando - 06/01/2014 17:29:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Chiedendo scusa a Fausto e agli altri suoi ospiti, per l’uso impriprio di questo spazio: allora Adielle, se ciò non ti offende, siamo "fratelli", figli di uno stesso dio minore...
Un saluto a tutti

 Adielle - 06/01/2014 16:38:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Posso partecipare anch’io? Che in mezzo a voi mi sento figlio di un dio minore? Fausto questa tua mi piace moltissimo Kafka sulla spiaggia e sono il solito sentimentale; la mia prima poesia, ero piccolissimo, parlava di parolacce di come sgusciassero dalla mia bocca come anguille.
Tanti cari saluti a tutti.

 Nando - 06/01/2014 16:04:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]


Fausto, tornerò a commentare il testo e a leggere con attenzione gli altri commenti; per farlo bene, ci vuole calma e tempo disponibili; volevo intanto dirti che alla prima lettura mi è piaciuto ( per diversi motivi che poi potrei spiegare meglio) ma, soprattutto, volevo dirti (non che sia importante) che ti sento (solo "sentire “perché non sono io a poterlo dire, ma penso sia così per tutti) parte integrante di questa che tu hai definito "famiglia".

Un caro saluto

 Emilio Capaccio - 06/01/2014 14:32:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

...e grazie anche a te, caro Fausto, soprattutto a te per questa voglia che trasmetti di interagire, confrontarti con gli altri; per questa apertura che dimostri nel volerti fare permeare (poeticamente parlando, s’intende).
Ho letto qua e là alcuni tuoi interventi e commenti sempre molto rispettosi ma lucidi e obiettivi.
Ci tengo a dirti che non mi sono sentito "obbligato" intervenendo qui, nel tuo spazio, al contrario.
La poesia dimostra il frutto delle tue ricerche stilistiche e di senso, con una maggiore grado di comprensione "collettiva" che dimostra quanto di originale, inusuale e affascinante c’è nella poesia che offri al lettore e che forse si celava prima.
Continua ad aprirti agli altri ma senza mai snaturare la tua identità poetica (so che è inutile che te lo dica, tuttavia ripeterlo non fa mai male).

Un caro saluto.

 Fausto Torre - 06/01/2014 13:56:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

grazie a tutti.
Ogni contributo letto con cura e vissuto.
Oggi non posso andarmene in giro per il sito con le mie critiche, perché non ho sufficiente tempo per seguirle e anche perché non avrei proprio voglia di farne.
Dico, non crediate che la vostra esternazione affettuosa mi abbia inibito: tornerò a tormentare tutti con le mie osservazioni da principe sul pisello.

Non posto qui la mia prima poe (neanche così poco recente,sapete...) perché farei proprio, come dire, scusate il termine poco ortodosso, ma farei proprio cagare...
Ciao e buona befana a tutti (belli e brutti!)

 Lorenzo Mullon - 06/01/2014 11:10:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Non violentato, diciamo brutalizzato, per non creare equivoci...

 Lorenzo Mullon - 06/01/2014 11:08:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

La mia prima poesia era terribile, a dodici tredici anni, o anche meno, non so, non voglio ricordare, scritta col sangue di un bambino violentato, e non dico altro...
Cristo tumulato coi topi così da unire l’utile al dilettevole etc.
Diciamo che sono stato proprio fortunato, dopo un inizio terrificante, che non auguro a nessuno, mi sono risollevato, ma che fatica!

  Cristina Bizzarri - 06/01/2014 10:37:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Eccomi Cristiana: dato che oggi ho 60 anni - eh sì sono una Befana - mi immergo nei ricordi ... eccomi al Liceo Linguistico Gherardini a Milano. Il prof d’italiano Augusto Fossati, di cui ero appassionatamente platonicamente innamorata, ci aveva assegnato per compito di scrivere una poesia. Avevo da poco compiuto 14 anni, non ne avevo mai scritte prima, e mi ricordo solo la fine!
Il vento
...
Anche tu sei passato,
come me solitario,
senza meta ...
ma ora sono felice -
il mio corpo è vibrante
di giovinezza.

Dalla classe I D, ultimo banco fila centrale,
un saluto!


 Cristiana Fischer - 06/01/2014 10:07:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

la prima poesia? che bel gioco! che tristezza! ho messo le mani nelle carte, ma la prima poesia non c’è, mi ricordo l’inizio: "sale invisibile tra i rami/come una preghiera/la preghiera del bosco" avevo 7 anni ed era la pioggia
ma la tristezza prevale (nelle e sulle poesie), non è "sempre" la stessa poesia, ma quasi; e non è quasi mai una bella poesia

c’è qualcuno che continua il gioco con piglio più allegro?

 Lorenzo Mullon - 06/01/2014 09:44:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

E poi, questo diapason che formano le conchiglie... pensa che in montagna ho trovato un altro diapason, alto cinquanta metri, un abete che si divide in due tronchi paralleli, uno spettacolo!

 Lorenzo Mullon - 06/01/2014 09:30:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Hai le gambe dure come minerale rappreso, lo dici tu, però ascolti le voci, e apprezzi le onde come sculture, dopo il tempo della semina arriverà quello della raccolta, della spuma di mare

 Fausto Torre - 06/01/2014 00:01:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

Cristina, ho pensato alle tue osservazioni, prima di postare questa cosa. Scritta qualche anno fa. Forse avevo maggiori momenti di apertura.
So che non hai torto, e non hanno torto tutti quelli che mi fanno più o meno le stesse osservazioni.
Sto lavorando su questo aspetto della mia scrittura. L’ideale sarebbe aprirmi di più e rendere più generoso l’accesso.
Difficile lavoro, per me. A causa del mio carattere.
Ho trovato un grosso aiuto, qui dentro.
Spero di potermene avvantaggiare a sufficienza.

  Cristina Bizzarri - 05/01/2014 23:39:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

È un’ondulazione. La mente e i sensi oscillano in una luce di spuma. Un testo splendido, visione e partecipazione, piacere e meraviglia.

 Loredana Savelli - 05/01/2014 22:56:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Partecipo anche io al gioco. Ecco la mia, ma non è la prima.

http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=16659

 Fausto Torre - 05/01/2014 22:51:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

Domenico, se scrivevi così a 15, allora smettiamo di pensare che il genio non esiste. Ti sei visto?

Sono gioiosamente saturo di meraviglia.

Grazie per tutti questi contributi.
La scrittura è vita.

Un abbraccio

 Domenico Morana - 05/01/2014 22:41:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

(Nuovo gioco sul sito:
la prima poesia.
Non vale se barate.)
- riproposto


Fausto, il tuo testo mi piace tantissimo e non ci trovo pecche.
Ti lascio con un grazie, dedicandotela, la mia prima "poesia".
Avevo 15 anni (troppo tardi oggi per ritoccarla) e, per l’appunto, s’intitolava:



DIAPASON


Notte di periferia
di brividi ai vetri
che abbaiano cani
che si stenta
a pensar lontani,
assente il padrone,
inquieti a fare la guardia.

Ti vedo allora bruno ragazzetto
occhi assonnati, intento al vizio
e la tenacia d’uno specchio sotto
al neon diviene notte,
quei vetri gli occhi,
increduli per i viziosi
insonni, perché no, padroni.

La stanchezza corrompe la stanchezza.
L’unico ama l’unico
perseguitato disorientamento,
finisco con l’amare eterni esterni.

Silenzio primaverile
il fresco e il pallore di profumata
immobilità fra l’insonne
frusciante lenzuolo.

Rantolo smorzato di chiaror lontano,
viva struggente membrana,
tuo raffreddato respiro, è tuo
e diafano l’arco di braccia
s’intepidisce nei vasi capillari.

Come un polveroso sorriso
nel gioco tutto luce m’avverte
che non ti avrò se dormirai
e finalmente ingannato
m’addormento in circoli
di ritrosia, ti guido su lucidi
binari dall’ascoso tuo cuore
alla biforcazione dei rebbi.



21 luglio 1975


con simpatia

d.

 Loredana Savelli - 05/01/2014 22:37:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

E’ bellissima. Qualcosa che si svela piano ed è inimmaginabile per dolcezza e languore. Come se si fosse aperta una diga. Ma non all’improvviso, sarebbe stata devastante. Quando è così, la poesia libera.

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